75ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica (2018, Venezia)
Resoconto delle mie visioni a Venezia 75.

Dopo “Post tenebras lux” ancora tenebra(s) in questa sperimentazione (meta) cinematografica che è “Nuestro tiempo”, in cui gli alter ego di Reygadas e sua moglie si muovono in una dimensione di precaria intimità coniugale nel tentativo di preservare un’amore ormai consumato dal (loro) tempo. Ennesimo grande film del cineasta messicano nonostante si conceda spesso dei momenti di autocompiacimento.
Voto: ★★★★☆
Ying (Shadow) (2018) – Zhang Yimou
Ok, ci siamo giocati definitivamente anche il buon vecchio Zhang Yimou. Davvero una grande stronzata questo suo ultimo film, che non riesce a salvarsi neppure con le consuete coreografie, qui scialbe e prive di mordente.
Voto: ★☆☆☆☆
Capri-Revolution (2018) – Mario Martone
Martone (mi) sorprende con un’opera deliziosa in cui indaga il rapporto tra uomo e la natura attraverso immagini evocative e di grande suggestione visiva, tutto alla vigilia della Prima Guerra Mondiale in un clima di dibattito politico e ideologico sullo sfondo.
Voto: ★★★☆☆
Process (2018) – Sergei Loznitsa
Loznitsa grazie a materiali di archivio ricostruisce uno dei primi processi falsi architettati da Stalin e fa dello spettatore, proiettandolo direttamente nell’aula del tribunale, nell’URSS del 1930, un testimone di quel regime di terrore instaurato da Stalin.
“Esempio unico di un documentario in cui si vedono 24 fotogrammi di bugie al secondo”.
Voto: ★★★★☆ (3.5)
Zan (Killing) (2018) – Shinya Tsukamoto
Tsukamoto presenta un samurai movie ma sovvertendone i suoi canoni: quello che all’inizio pare essere un film, passatemi il termine, alla “I sette Samurai” in cui un gruppetto di guerrieri (ronin) se la deve vedere contro ondate di nemici si rivela invece una profonda riflessione sull’atto di uccidere. Realizzato con soli quattro personaggi, una capanna e l’ambiente circostante per lo più foresta, Zan è un’altra opera imperdibile del maestro giapponese.
Voto: ★★★☆☆
Your Face (2018) – Tsai Ming-liang
Tsai ming liang prosegue nella sua evoluzione cinematografica realizzando un’opera estatica di grande contemplazione visiva, in cui volti incontrati per le vie di Taipei narrano le loro storie:
“C’è una luce, c’è una storia.
Il tuo volto mi parla del trascorrere del tempo e di luoghi che hai attraversato.
Nei tuoi occhi, un velo di confusione e di tristezza.
C’è una luce, c’è una storia.
Il tuo volto mi parla dell’amore e dei luoghi in cui si nasconde.
Nei tuoi occhi, un riflesso di luce, e il buio.”
Voto: ★★★☆☆
Aquarela (2018) – Victor Kossakovsky
Documentario filmato a 96 fotogrammi al secondo, in cui l’acqua viene raffigurata in tutte le sue forme: da quelle più belle e affascinanti del lago Baikal completamente ghiacciato in Russia e della cascata Salto Angel in Venezuela a quelle più devastanti dell’uragano Irma in Florida fino alle possenti onde dell’oceano. Opera visivamente spettacolare, che però non lascia altro.
Voto: ★★☆☆☆